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Annette regala a Rayja un potente clistere ...e ciò che porta con sé - Parte 1


di Membro VIP di Annunci69.it Rayja
07.02.2023    |    8.417    |    12 9.0
"In tal modo solleva in alto il mio sedere depilato e cristallino dentro! Mi ordina di piegarmi allungandomi sul tavolo ed allargando le mie braccia verso il..."

Quando la mia Divina Padrona manda su dentro il mio sfintere la doccetta di metallo del clistere, io vivo uno dei momento più erotici nel nostro rapporto dominatrice-schiava. Man mano che il tubo flessibile risale dentro il mio corpo, l’acqua tiepida inizia a fuoruscire dalla mia fica e, via via più pulita, mi scende giù per le gambe. Amo essere sottoposta ai clisteri, lo adoro. E' meraviglioso starsene li completamente nuda dentro la doccia. L'unico "capo" che indosso sono due mollette di plastica trasparente che mi stringono i capezzoli, torturandoli fino al punto giusto di dolore. Le mollette contribuiscono a regalarmi quel minuscolo cenno di semi-erezione che è ormai il massimo che posso raggiungere.
Da quando vivo totalmente "en femme" il mio è diventato sempre più un grosso clitoride, piuttosto che un minuscolo pene.
Tanto piccolo che sempre più spesso, per castrare il mio cosino, Annette non mi fa più indossare una gabbietta fallica. Il mio clitoride è a tal punto invisibile che di recente mi applica uno strumento di castrazione cosiddetto "invertito". E' un oggettino relativamente nuovo di cui personalmente ignoravo l'esistenza e serve praticamente per le checche che non hanno più il cazzo, o non ne hanno abbastanza da rientrare in un CB-6000S o simile.
E' un dispositivo piatto di poco spessore in acciaio inox con sul davanti un dischetto rotondo di 50mm..
Consiste in un anello che stringe, avvolgendone la base, i testicoli (piccolini i miei) ed appunto un disco rotondo, che si incastra nell'anello e che Annette stringe in posizione con una chiavetta. Una volta messo, i testicoli vengono schiacciati dal dischetto e si gonfiano procurando un piacevole dolore. Il clito scompare completamente all'interno del mio corpo. A quel punto ho una fica! Ultima cosa, il dischetto ha sette forellini con la funzione di lasciare fuoruscire la mia pioggia dorata. Ciò che però succede nella realtà è che essendo la mia cosina tutta schiacciata dentro, il piscio non riesce ad uscire bene per cui fuoriesce da tutte le parti e mi cola giù per le gambe. In poche parole mi faccio la pipì addosso. E' una cosa molto umiliante, a tal punto che diventa un momento di eccitazione e dunque di erotismo.
Da quando Annette ha capito che per me questa situazione era più di piacere che di fastidio, per evitare che io possa godere senza il suo permesso, un paio di volte al giorno me lo toglie, ma giusto il tempo di urinare e poi me lo rimette.
Se siete curiose di vedermelo indossare, lo porto pure in questo momento mentre scrivo il racconto, ho inserito delle foto sulla mia pagina.

Tornando al dopo clistere, poi arriva il momento più bello che segue questo eccitante rito da sottomessa, in cui me sto con un tubo infilato da Annette su su su per l'ano. E' quando, dopo avere terminato di prepararmi il buchetto, uscite insieme dalla cabina doccia ed asciugate, la mia Padrona mi trasforma in donna.

E' lei a vestirmi personalmente da femmina, con biancheria particolarmente vistosa e spesso anche un pò volgare, è lei ad acconciarmi e pettinarmi i capelli, che ha voluto mi lascassi crescere lunghi ed è lei a truccarmi accuratamente il viso.


Sia per il piacere di rendere più bella sé stessa che per il gusto di fare del mio viso quello di una donna più attraente, Annette in precedenza aveva fatto un corso di estetista, affinandosi nel trucco del viso ed i risultati sono straordinari. E' bravissima e riesce a rendere più dolci i miei lineamenti maschili, facendomi diventare una donna graziosa. 

Ricordo che quando faceva il corso, dovendosi esercitare, mi costringeva a fare da cavia. Ero la sua modella. Sperimentava sui mio viso ed i miei occhi le tecniche che imparava a scuola.

Anche se allora non faceva parte di un nostro gioco di ruolo erotico, almeno non dichiaratamente, io mi concedevo molto volentieri. 
Ricordo ancora la prima volta che fece di me una donna stupenda.
Quando mi guardai allo specchio per poco non svenni, mi sentii così emozionata nel vedere quanto ero diversa ed incantevole che stentavo di credere ai miei occhi. Ricordo che in silenzio e senza chiedere il permesso a lei, alla mia Divina Padrona, mi bagnai tutta. Annette fu generosa e non mi punì.

Unica richiesta che con umiltà ponevo era che, mentre lei mi faceva bella, mi concedesse di indossare le sue mutande, reggiseno e body. 
La prima volta lei acconsenti, ma dopo avere terminato e fatto di me una donna stupenda mi disse:


"Sei molto carina coi miei indumenti ed ora che sei così ben truccata ti trovo incantevole, tanto bella che pure un uomo ti troverebbe di suo gusto, difficilmente potrebbe rinunciare a penetrare il tuo anofica. Con il giusto abbigliamento saresti piuttosto attraente e desiderabile, specie da quel genere di maschi che amano i travestiti ed i transessuali. Per loro saresti un bocconcino appetitoso, però i miei indumenti ti stanno troppo stretti. Presto usciremmo insieme e comprarti biancheria ed abiti della tua misura".

Questa volta Annette ha un sorriso speciale, capisco che c’è qualcosa nell’aria e intuisco che avrà avuto qualche idea birichina. Sottovoce dice qualcosa a proposito del tavolo, ma non capisco bene ed anche se un'idea la ho, ovviamente non oso chiedere.
 Questa volta, dopo la gradita tortura del clistere, Annette mi annuncia che mi truccherà con maggiore cura e non sarò volgare, come spesso accade e come sia lei che io preferiamo. Questa volta sarò soprattutto elegante.
La mia Padrona infatti mi rende bellissima e raffinata, truccandomi in maniera stupenda sia il viso che gli occhi.
Seguono reggiseno imbottito, reggicalze, calze a rete, ed un bustino elastico molto stretto ...il tutto rigorosamente nero. Sempre in nero, il colore del sadomasochismo, sono gli stivali di pelle lucida, altissimi e dai tacchi vertiginosi, che insieme alla parrucca corta alla Valentina completano la mia mise. Per l’occasione mi fa indossare un reggicalze in stile vintage, con ben dieci cinghie e un paio di calze molto raffinate con la riga dietro. Sono davvero molto sexy.

Una volta trasformata personalmente da Annette in una donna molto desiderabile, lei mi ordina di mettermi all'impiedi davanti al tavolo di cucina.
Abbiamo un tavolo rotondo e non molto grande, che a volte la Padrona sceglie per i nostri giochi erotici. 


"Sei bellissima cara, davvero un bel bocconcino appetitoso per qualsiasi dominatrice o pervertito che desiderasse una checca a cui sfondare il culo".

Mi ammira poi per svariati minuti, facendomi dei complimenti per via di quanto sono provocante ed io ne sono molto emozionata. Ne vado a tal punto felice da eccitarmi ed il mio pene, che per l'operazione del lavaggio col clistere è uscito dalla sua prigione e mi è stato lasciato ancora libero, si gonfia quel pochino che riesce.

"Che arnese tenero e grazioso che è spuntato tra le tue cosce fasciate di nero. Questo inconveniente non era previsto porcellina mia, ma voglio essere particolarmente generosa oggi e non te lo rinchiuderò nella sua gabbietta di castità.
 Non vogliamo però che sia di intralcio per la tortura a cui intendo sottoporti, quindi dovremo comunque "toglierlo di mezzo".
Mi chiedo cosa mai avrà in mente di fare alla sua schiava. Sono così curiosa di saperlo e so che non tarderò a scoprirlo.

"Girati verso il tavolo ed allarga le gambe ...e non osare muoverti mentre ti castro".

Da brava sottomessa, senza esitare, ubbidisco. Mi giro verso il tavolo allargando entrambi le gambe. Inchinata dietro di me, Annette mi abbassa il bustino quasi fino alle ginocchia e, senza tanta generosità, mi afferra il pene. Lo fa in quella maniera che sa fare lei e che la fa godere, lo stringe e lo graffia con le sue lunghe unghia, laccate di un nero profondo ed appuntite. Allo stesso modo tortura i miei testicoli e mi graffia l'inguine. La mia crudele Padrona sa quanto di quella tortura riesco a sopportare prima che il piacere si trasformi in dolore e quel pochino che ancora esiste del mio pene scompaia del tutto.

Come ha detto, oggi ha deciso di essere generosa e quindi lascia che il dolore non prenda il sopravvento sul godimento. Il mio arnese è infatti sempre presente mentre lo lega con un nastro rosso. E' del tipo largo in tessuto che si usa per i pacchi regalo.
E' un nastro lungo e per prima cosa lo avvolge attorno al mio clitoride. Lo avvolge tre volte, poi tira i capi del nastro indietro verso di sé ed avvolge le due estremità strette strette attorno alle mie cosce e lega ciascun capo al reggicalze.
Il mio vergognoso pisellino non andrà di certo da nessuna parte!

Prima di alzarsi, con entrambi le mani mi allarga le natiche e con la punta della lingua, penetrandolo di appena qualche centimetro, mi lecca il buco del culo.
 Io impazzisco!

A quel punto, con due corde mi lega le caviglie ai piedi del tavolo.
Una volta bene legate entrambi, mi ordina di stendermi lungo sul tavolo, dove ha adagiato due cuscini sovrapposti, che mi posiziona accuratamente sotto il ventre. In tal modo solleva in alto il mio sedere depilato e cristallino dentro!
Mi ordina di piegarmi allungandomi sul tavolo ed allargando le mie braccia verso il lato opposto.

Con due corde più lunghe mi lega prima i polsi e poi lega l'altra estremità di ciascuna corda alla sommità della gamba del tavolo sul lato opposto del tavolo. 
Sono totalmente immobilizzata, completamente sotto il suo controllo ed in preda a qualsiasi suo capriccio.
Sono eccitatissima, ma non so mai cosa esattamente potrà accadere, dipendo dallo stato d'animo della mia Mistress in quel preciso momento.

Ciò che so con certezza e che qualunque sia il suo gioco, io dovrò soffrire, Non faccio in tempo a formulare questo pensiero che d'improvviso sento il dolore di due forti frustate su entrambi le chiappe. Adoro essere frustata.


Ho così tanta arroganza arretrata dimostrata nei suoi confronti da scontare che sento la necessità di essere frustata senza limite. Il mio desiderio e bisogno di essere frustata sulle chiappe a sangue è smisurato ed ogni volta che inizio a subire questa punizione la imploro di non smettere fino a quando non piangerò esasperata per il dolore e l'umiliazione.
Purtroppo la mia Padrona, forse per paura di lasciarmi dei segni permanenti, non mi frusta mai a dovere.
Spero che un giorno mi farà il regalo di esaudire questo mio sogno, che più che una fantasia erotica è un bisogno interiore del mio animo. 

"Si padrona frustami, ti imploro, frustami forte, non smettere. Frustami fino a quando piangente non ti implorerò di risparmiarmi"

"Sta zitta troia, la Padrona sono io e lo so io quanto devo frustarti. Lo decido io quanto fare basta"!

Ricevo altre frustate, sempre più forti e ad ognuna il mio corpo si irrigidisce, però godo. Godo per il dolore e godo per l'attesa del colpo che seguirà, che mi auguro sia sempre più forte e punitivo del precedente.

...continua




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